E quindi dicevamo? Ah si, che Dio
deve benedire il sinflex, L’Antidolorifico con la L e la A maiuscole e deve
fulminare tutti quelli che, con i loro cavoli di commenti, mi hanno fatto
venire mille milioni di paranoie sul villaggio che ci avrebbe ospitato. Che, per
carità, non sarà stato un vero quattro stelle (ma questo me l’avevano detto un
po’ tutti), ma insomma…laggente io a volta mica la capisco (e io, che sia chiaro, sono una schizzinosetta tutta un po' gen gne e con uno spirito di adattamento tendente allo zero quando si parla di queste cose).
Che sembrava che dovessi morire di
fame o, in alternativa, prendere chissà quale malattia, ed invece eccomi qui, sempre
bella in forma (anche se abbronzatissimissima e si sa che il nero sfina) e
perfettamente in salute.
Ma veniamo - finalmente – al tanto preannunciato
resoconto dettagliato che sennò finisce che per raccontarvi questa vacanza
impiego più tempo di quello che ci ha messo Dante per scrivere la Divina
Commedia.
Il villaggio. Io
mi sono trovata bene. Niente lamentele. Niente che mi abbia fatto storcere il
naso. Niente da ridire. Che stare a lamentarsi perché ci sono solo tre tipi di brioches anziché quattro è quanto di
più lontano possa esistere – secondo il mio modestissimo parere, beninteso –
dallo spirito vacanziero. E sul fatto che manchino gli spaghetti al ragù, beh,
come direi, credo di poter sorvolare.
Stanza comoda, pulita, personale
cordiale, disponibile e sorridente. Formula All Inclusive ( o per dirla alla
Mr. M maniera “Formula birra a go go”), spiaggetta con ombrelloni e sdraio, piscina,
gazebi, animazione soft, clima rilassato, tutti felici e tutti amici. ‘azzo c’è
da lamentarsi io non lo so mica…
L’isola. Come me
la immaginavo. Anzi no, ve l’ho già detto, più bella ancora. Un susseguirsi di
panorami meravigliosi e tramonti mozzafiato che mi hanno riempito gli occhi e
mi hanno emozionato.
Ho adorato Fira con i suoi scalini
numerati e il tripudio di luci e lucine dei locali che si affacciano sulla
caldera. Bianco, azzurro e tantissime luci. Che io pensavo che le immagini su
internet fossero ritoccate. Ed invece…
Ho adorato ancora di più – se possibile
- Firostefani: scorci inaspettati, cena
di pesce su una terrazza affacciata sul vulcano, la musica giusta e il sole che
scompare nell’acqua. Il tramonto più bello che io abbia mai visto. E lì, me lo
ricordo perfettamente, mi sono detta di essere felice. Molto felice per l’esattezza.
Stessa sensazione di benessere che ho
assaporato a Oia, forse in assoluto la cittadina più bella. Ero lì, con non so
quante altre persone, a godere di uno spettacolo unico al mondo (checché ne
dicesse la coppia del lago maggiore accanto a me che cercava di convincermi di
aver visto la stessa luce sull’autostrada per Bologna… eccerto, come no) e, per
quanto possa essere ridicolo, quando il sole è scomparso dietro allo scoglio e
si è levato un lungo applauso a me è venuta la pelle d’oca (che non è la stessa
pelle d’oca avuta all’atterraggio dell’aereo quando è partito l’immancabile
applauso da itali[dio]ta).
Ma dicevo di Oia e dell’aria romantica
che si respirava che respiravamo tutti eccetto Mr. M colto sul più bello da un’irrefrenabile
bisogno di birra…, del piacere dell’attesa di qualcosa di grande (astenersi
battute maliziose), dei non so quanti mila clic tutti insieme per riuscire a
portare a casa un’immagine che riesca ad esprimere almeno metà di tutta quella
bellezza. Ecco, io c’ero.
L’escursione. Un
classico: Vulcano – Hot springs – Thirassia. Forse un po’ troppo da turisti, ma
con un giro a dorso di mulo che passerà alla storia. E si, mi ha retto.